La guerra della Ceramica è stata documentata per secoli come un periodo di invasioni e rapimenti che il popolo giapponese attuò nei confronti della zona geografica Cinese corrispondente all’attuale Korea. Le motivazioni di queste invasioni e degli eccidi che si perpretarono contro la popolazione del continente asiatico furono diverse, ovviamente di natura prevalentemente economica, tra il 1592-1598 D.C. il signore della guerra Toyotomi Hideyoshi (famoso samurai) iniziò una una campagna di carneficine e saccheggi addirittura contro popolazione civile, si pensi che nel 1597 circa 140.000 soldati giapponesi sbarcarono sul suolo coreano con l’ordine di uccidere e tagliare naso e orecchie ai morti come evidenza della loro furia omicida. Le invasioni avevano anche un secondo obiettivo: fare prigionieri gli artigiani e gli operai specializzati: stampatori, fabbricanti di carta,fabbri, carpentieri, ricamatrici, medici, monaci e vasai. Un numero enorme di coreani furono catturati e portati in Giappone, si stima fra 50.000 e 100.000 individui.
Il rapimento di vasai (ceramisti) coreani è documentato da una serie di carteggi che indicano 3 navi giapponesi destinate a condurre i vasai in 3 diverse regioni del Giappone. Ma perchè rapire i vasai?
I vasai coreani avevano delle abilità particolari, maturate nei secoli e radicate nel proprio territorio, una finezza e semplicità nella creazione di ciotole per il riso che i giapponessi andavano ricercando con scarso successo. Inoltre i giacimenti di argilla giapponesi non erano paragonabili a quelli coreani, ed andavano ad esaurirsi in pochi decenni. La soluzione più immediata fu perciò il rapimento per apprendere tecnica e abilità artistica di questi maestri ceramisti.
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